Tributi. Ultimi giorni per il saldo sugli immobili diversi dalla prima casa - Salvo proroghe pagamenti anche a L'Aquila

Pubblicato il 28 Dicembre 2009

Tributi.  - Salvo proroghe pagamenti anche a L'Aquila
Sull'Ici copertura piena nel 2009

Gianni Trovati MILANO. Evitano l'imposta anche le unità immobiliari assimilate all'abitazione del contribuente ma solo se l'equivalenza rientra nei canoni stabiliti dalla legge nazionale; sulle assimilazioni ulteriori introdotte solo a livello locale, in un primo tempo considerate esenti, i comuni sono invece impegnati in difficili operazioni di recupero. Salvo proroghe dell'ultim'ora, il saldo riguarda anche i contribuenti dell'Aquila e degli altri comuni colpiti dal terremoto di aprile, perché la sospensione tributaria prevista dall'ordinanza 3780 del presidente del consiglio è scaduta il 30 di novembre: sugli edifici colpiti va pagata l'imposta relativa ai primi tre mesi dell'anno e al periodo successivo al ripristino dell'agibilità. Dopo l'addio all'imposta sulla casa in cui si abita sancito nel maggio 2008 da uno dei primi provvedimenti del governo Berlusconi, la partita vale per i sindaci poco meno di 8 miliardi di euro. I comuni, però, continuano a chiamare alla cassa anche lo Stato, per l'eterno braccio di ferro su tagli e compensazioni di cui la manovra in discussione alla Camera scrive un nuovo capitolo (probabilmente non l'ultimo). Nel maxiemendamento depositato in commissione si è infatti affacciato un nuovo stanziamento per coprire il buco aperto nei conti locali con l'abolizione dell'imposta, che come certificato dai sindaci al ministero dell'Interno vale 3.364 milioni all'anno. Dopo che l'Economia ha riconosciuto l'esattezza dei numeri forniti dai comuni, l'emendamento alla manovra 2010 riconosce 156 milioni in più per il 2008 e 760 a partire dal 2009. La novità è importante ma «parziale», come si è affrettato a chiarire il presidente dell'Anci Sergio Chiamparino, perché l'emendamento sana la situazione di quest'anno (purché la misura si traduca in fretta in un'erogazione effettiva dei fondi, ancora bloccati dalla concertazione governo-comuni) ma lascia aperto un "rosso" di 350 milioni per l'anno scorso. Il tema, poi, promette di rimanere anche nelle agende future, perché la misura inserita in Finanziaria «congela» il valore dell'assegno statale mentre l'imposta abolita (e quindi da compensare) ha una crescita «naturale», che le stime collocano tra i 100 e i 150 milioni l'anno. Per com'è scritto nell'emendamento, insomma, il rimborso statale rischia di tradursi in una sorta di mutuo a tasso fisso che però ignora gli interessi. Dal pacchetto di misure finanziarie di questa fine d'anno un'altra spinta importante ma non risolutiva è arrivata ai conti comunali per l'altro nervo scoperto dell'Ici, quello relativo agli immobili ex rurali. In questo caso l'escamotage dei tagli con rimborsi successivi e solo parziali era stato introdotto dal governo Prodi, che con il decreto Visco-Bersani (il Dl 262/2006) aveva stretto i requisiti per l'esenzione dall'imposta garantita agli edifici agricoli e aveva promesso ai comuni un gettito crescente dai 609 milioni del 2007 agli 818 del 2009, tagliando subito di una cifra equivalente i trasferimenti erariali. In realtà, i controlli incrociati effettuati da comuni e agenzia del Territorio hanno portato in cassa meno del 10% di quanto generosamente stimato dal governo, aprendo una trattativa infinita sui rimborsi agli enti locali. Per il 2007 e 2008 i soldi mancanti sono arrivati tutti, ma sempre nell'anno successivo a quello di competenza, mentre quest'anno il governo ha rotto la tradizione del ritardo annuale stanziando nel Dl acconti (il 168/2009) 600 milioni da girare ai sindaci. All'appello mancano ancora 150 milioni, mentre dall'anno prossimo il fondo ordinario dovrà tornare ad alzarsi di 818 milioni perché cessa l'efficacia del taglio previsto nel 2006. gianni.trovati@ilsole24ore.com ©
Fonte Ilsole 24 ore

Scritto da Notizie immobiliari

Con tag #tasse e fisco

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